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malattie e steatosi

obesità e steatosi

obesità e steatosi

Obesità e steatosi vanno spesso di pari passo. La prevalenza della NAFLD è stata stimata all’80%-90% negli adulti obesi e fino al 90% nei pazienti con dislipidemia. Il ruolo dell’adiposità addominale viscerale è cruciale nella NAFLD, poiché è una fonte importante di trigliceridi (TG) che portano alla steatosi.

Chi è affetto da diabete di tipo 2, in particolare se anche obeso e con resistenza all’insulina, dovrebbe fare uno screening di routine per la NAFLD o meglio per la MAFLD, e poter correre ai ripari prima che il fegato sia danneggiato irreparabilmente. L’assunzione cronica di zuccheri e grassi nel contesto dell’obesità e dell’insulino-resistenza determina una disregolazione multiorgano, con conseguente ulteriore incapacità di smaltirle in modo appropriato. Il metabolismo dei grassi e del glucosio si riduce e aumenta la formazione dei grassi (lipogenesi) che il fegato non riesce a smaltire. Tutto ciò determina uno stress metabolico multiorgano e un sovraccarico di nutrienti.

La peggiore conseguenza metabolica dell’obesità è il diabete mellito di tipo 2 (T2DM). Tale condizione aumenta ulteriormente il rischio di malattie cardiovascolari, che riducono l’aspettativa di vita oltre che la sua qualità. Altre patologie associate all’obesità, come la dislipidemia, l’ipertensione, l’apnea ostruttiva del sonno (OSA), l’insufficienza cardiaca, la cardiomiopatia ischemica, i tumori e l’osteoartrosi, aumentano ulteriormente la morbilità, la mortalità riducendo la qualità della vita in questi pazienti. In sintesi, il fegato dei pazienti obesi è “appesantito” e sottoposto a varie fonti di stress risultando inevitabilmente un fegato che svilupperà NAFLD/MAFLD.

L’identificazione e la gestione precoce da parte del medico può avere un impatto significativo sull’evoluzione della malattia, sulla gestione della salute epatica e sulla salute complessiva dell’individuo.

La MAFLD/NAFLD è reversibile, fino ad un certo stadio, e allora come trattarla? Il metodo di trattamento più raccomandato è il cambiamento dello stile di vita ovvero:

  • seguire una dieta diete relativamente ipocalorica (con un apporto calorico proporzionale al consumo energetico), con carboidrati prevalentemente a basso indice glicemico (soprattutto in presenza di un T2DM) e di ridurre al minimo il consumo di fruttosio, alcol e grassi
  • mantenere un corretto peso corporeo o nel caso di sovrappeso/obesità è necessario perdere i chili di troppo
  • praticare attività fisica regolarmente
Dal mondo scientifico crescenti evidenze suggeriscono che specifici integratori alimentari o nutraceutici con effetti epatoprotettivi, possono essere utilizzati per accelerare  l’attività degli enzimi epatici con un miglioramento della steatosi, o contrastandone la sua progressione
 
Tutelare lo stato di salute del nostro fegato è un gesto d’amore verso la nostra salute generale.
 
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