La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo dell’interazione intestino-cervello (DGBI) che provoca dolore addominale ricorrente alla defecazione con alterazione della funzionalità intestinale. Si ritiene che i pazienti abbiano la sindrome dell’intestino irritabile quando soddisfano i criteri diagnostici chiamati di Roma IV. Tali criteri includono un’alterazione dell’alvo (costipazione, diarrea o un mix di entrambe), associata a frequenti dolori addominali e gonfiore o distensione addominale per almeno sei (6) mesi prima della diagnosi.
L’IBS e la malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD) sono tra le condizioni gastrointestinali ed epatiche più comuni nella popolazione generale. La NAFLD nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS) condivide una serie di dei fattori di rischio oltre la fisiopatologia. Fattori di rischio che includono: fattori nutrizionali e dietetici sovrapposti, nonché meccanismi alla base dello sviluppo della malattia.
Altro fattore di estrema importanza è il microbiota intestinale che gioca un ruolo chiave nella regolazione del così detto asse intestino-fegato-cervello. Uno squilibrio nella composizione intestinale microbica, detta disbiosi, può derivare da cambiamenti nella dieta, dall’ingestione di tossine esogene come antibiotici o xenobiotici e da infezioni che sopprimono il sistema immunitario. La disbiosi ha implicazioni cliniche serie e talvolta a lungo termine. Malattie come il diabete, l’obesità, l’aterosclerosi e le malattie epatiche sono associate alla disbiosi, che per dirla semplicemente determina una messa in circolo dei prodotti microbici intestinali. Poiché il fegato è il primo organo ad essere esposto a tali derivati batterici che dall’intestino arrivano al fegato attraverso la vena porta, si avrà lo stimolo sul fegato di “reagire” e, ciò determinerà uno stato di infiammazione epatica con conseguente sviluppo di steatosi. Nell’IBS, nelle malattia infiammatorie intestinali (IBD) le cui forme più frequenti sono la retto colite ulcerosa e il morbo di chron, così come nella NAFLD, l’asse intestino-fegato-cervello risulta alterato per la modifica del microbiota intestinale. L’alterazione intestino-fegato-cervello è una delle maggiori cause alla base della fisiopatologia dell’IBS, dell’IBD, della NAFLD e della steatoepatite non alcolica (NASH).
Il microbiota intestinale ha un ruolo vitale sulla funzione e funzionalità della barriera intestinale, sul metabolismo dei nutrienti e sulla risposta immunitaria.
I cambiamenti nella dieta e nello stile di vita rimangono metodi efficaci per gestire la concomitante presenza di steatosi epatica in pazienti con malattie intestinali (IBS- IBD). In aggiunta il trattamento e il ripristino di un normale microbiota può ancor di più aiutare tali pazienti e migliorare il loro stato di salute.
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