Attenzione alle infezioni al fegato! Il fegato è un organo che svolge molteplici funzioni per l’organismo, oltre ad avere un’incredibile capacità auto-rigenerativa. Trasforma i nutrienti in sostanze chimiche di cui il corpo ha bisogno. Filtra e metabolizza (nei limiti del possibile) veleni e sostanze tossiche. Aiuta a trasformare il cibo in energia. Ecco perché, quando il fegato non funziona bene, tutto il nostro corpo subisce ripercussioni.
L’impatto dei patogeni microbici o agenti infettivi sul fegato può variare notevolmente, presentandosi con un’ampia varietà di manifestazioni che vanno dall’innalzamento asintomatico delle transaminasi, all’insufficienza epatica acuta, alla fibrosi epatica e alla cirrosi. Non solo quindi diete scorrette, abuso di alcol o farmaci ma anche batteri, virus, parassiti e funghi sono in grado di causare patologie epatiche tra cui le ben note epatiti. È bene, dunque, conoscere e saper riconoscere i principali agenti infettivi epatici.
La maggior parte delle persone contrae questa malattia mangiando o bevendo qualcosa di contaminato da materiale fecale. Può essere sia sintomatica che asintomatica. Di solito scompare da sola nell’arco di circa sei mesi senza alcun danno a lungo termine. Il vaccino può prevenirla.
Si contrae da qualcun altro, ad esempio attraverso rapporti sessuali non protetti o l’assunzione di droghe con aghi condivisi. Se dura più di sei mesi, aumenta la probabilità di contrarre il cancro al fegato o altre malattie.
Deriva da sangue infetto che entra nel tuo sangue. Si può contrarre se si assumono droghe con aghi condivisi o in relazione all’HIV. I sintomi possono non manifestarsi per molti anni. Se si sospetta di aver contratto questa malattia, è bene sottoporsi subito a un test.
È causata dal virus dell’epatite delta che provoca la forma più grave di epatite virale conosciuta nell’uomo. Solo le persone già infettate dall’epatite B possono contrarre l’epatite delta, poiché questa dipende dalla capacità, da parte di questo virus, di riprodursi.
L’epatite E è ha caratteristiche simili all’epatite A per le modalità di trasmissione e il decorso dell’infezione, ma è più soggetta sia a complicazioni sia a un danno epatico severo. Si tratta di un’infezione acuta o cronica che in Europa, nella maggior parte dei casi asintomatica o autolimitante. Può diventare cronica in particolari pazienti come gli immunocompromessi. In questi casi il paziente ha un rischio elevato di sviluppare una grave cirrosi epatica.
Altri virus possono essere causa di epatite di gravità più o meno variabile. Tali virus sono chiamati virus da epatite minori. I principali sono
L’EBV fa parte del gruppo dei virus erpetici, è noto infatti anche come herpesvirus umano 4. Fino al 95% della popolazione adulta ha contratto il virus durante la sua vita (risulta pertanto sieropositivo per l’EBV). È uno dei virus umani più comuni ed è presente in tutto il mondo. L’EBV si diffonde più comunemente attraverso i fluidi corporei, soprattutto la saliva; da questo deriva il nome dato alla mononucleosi ovvero malattia del bacio. Colpisce principalmente gli adolescenti e i giovani adulti, che non hanno avuto un’esposizione precedente, causando la sindrome da mononucleosi infettiva con febbre, mal di gola e linfoadenopatia.
Fanno parte della famiglia degli enterovirus (che comprende anche i poliovirus e il virus dell’epatite A) che possono vivere nel tratto digestivo umano. Si diffondono da persona a persona, di solito sulle mani non lavate e sulle superfici contaminate dalle feci, dove possono vivere per diversi giorni. Nella maggior parte dei casi, le infezioni da virus coxsackie causano lievi sintomi simil-influenzali e passano senza trattamento. In alcuni casi, però, possono portare a infezioni più gravi.
I virus dell’herpes simplex (herpesvirus umano di tipo 1 e 2 oppure HSV 1 e HSV 2), causano comunemente infezioni ricorrenti che colpiscono la pelle, la bocca, le labbra, gli occhi e i genitali. Le infezioni gravi più comuni includono encefalite, meningite, herpes neonatale e, nei pazienti immunocompromessi, infezione disseminata. Le infezioni muco-cutanee causano gruppi di piccole vescicole dolorose su una base eritematosa.
Anche le infezioni parassitarie possono provocare una forma di epatite. Le più comuni a livello globale sono di seguito riportate
È un’infezione parassitaria causata da trematodi del sangue chiamati schistosomi. Gli schistosomi hanno un ciclo di vita complicato: le lumache sono l’ospite intermedio e gli esseri umani l’ospite definitivo. Gli esseri umani infetti espellono le uova del parassita nelle feci e nell’urina, che possono contaminare l’acqua fresca e calda, soprattutto nelle aree con scarse condizioni igieniche. Le sindromi cliniche da schistosomiasi includono l’infezione asintomatica, una dermatite autolimitata (detta anche “prurito del nuotatore”), la schistosomiasi acuta e la schistosomiasi cronica. La maggior parte delle infezioni si verifica negli abitanti delle regioni endemiche e la gravità dell’infezione è generalmente proporzionale alla durata e capacità di risposta dell’ospite infettato.
È una malattia causata da una delle quattro specie del parassita protozoo Plasmodium. Il parassita si diffonde nell’uomo attraverso la puntura di zanzare infette. Le persone affette da malaria di solito si sentono molto deboli, con febbre alta e brividi.
Sebbene la malattia sia poco diffusa nei climi temperati, la malaria è ancora comune nei Paesi tropicali e subtropicali. Ogni anno circa 290 milioni di persone vengono infettate dalla malaria e più di 400.000 muoiono a causa di questa malattia.
Oltre ai virus e ai parassiti, anche i funghi possono attaccare e infettare il fegato.
L’infezione epatica da Candida di solito si manifesta come candidiasi epatosplenica, una complicanza dell’infezione da candida disseminata che di solito si riscontra nei pazienti con tumori maligni ematologici che si stanno riprendendo da una neutropenia grave e prolungata. (i neutrofili sono i globuli bianchi più abbondanti nel nostro organismo e ci difendono dalle infezioni). Oggi i nuovi protocolli di assistenza nei pazienti ad alto rischio questa forma di infezione sembrerebbe in diminuzione. Clinicamente, il sintomo classico della candidosi epatosplenica è la febbre prolungata nonostante gli antibiotici ad ampio spettro in un paziente con neutropenia può essere presente anche dolore addominale e naturalmente epato o splenomegalia o entrambe.
Altri funghi possono coinvolgere il fegato e lo fanno in modo simile alla candida, cioè durante l’infezione disseminata in ospiti immunocompromessi. Non sembrano esserci funghi con una particolare propensione per il tessuto epatico, il che forse spiega la rarità delle infezioni fungine epatiche in assenza di malattia disseminata. Le specie Candida a differenza colonizzano normalmente il tratto gastrointestinale, il che spiega la frequenza della candidosi epatosplenica.
Le altre infezioni fungine, come quella da Histoplasma capsulatum, sono acquisite esogenamente e tipicamente si diffondono in ospiti immunocompromessi (ad esempio in pazienti con AIDS). La diagnosi di infezioni fungine epatiche (ad eccezione della candidosi epatosplenica) è solitamente stabilita da colture o test antigenici positivi nel sangue o in altri siti extraepatici. La biopsia epatica con colorazioni fungine può essere un utile complemento diagnostico nei casi difficili o atipici.
Esistono infine altre patologie legate alla proliferazione virale o batterica che possono coinvolgere, anche solo indirettamente, il fegato. Tra queste, segnaliamo:
Concludendo, molti agenti patogeni possono colpire direttamente o indirettamente il fegato. Le malattie infettive che ne conseguono possono spesso essere multifattoriali, con il contributo dell’agente patogeno, di altri agenti patogeni, di stati patologici preesistenti e di trattamenti farmacologici in atto. Una valutazione anamnestica e microbiologica appropriata ed attenta permetterà al medico specialista di fare una corretta diagnosi e mettere in atto la terapia più indicata al fine di ripristinare, o migliorare, la salute epatica.
precedente
Bahrulolum H et al.; Virol J. 2023 May 8;20(1):91
Hrynkiewicz R, Niedźwiedzka-Rystwej P; Front Immunol. 2023 Apr 21;14:1153528
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